“La pratica”. Un Seth Godin denso e stimolante

La pratica – L’attività creativa è una scelta quotidiana” di Seth Godin è un libro piacione, di quelli che a ogni pagina ti sbattono davanti pensieri quasi ovvi, ma che difficilmente si perde tempo a razionalizzare.

Seth Godin è uno dei pochi “guru” che seguo da sempre con piacere, e anche questa volta non sono rimasta delusa.

È una lettura che si presta a diversi livelli di approfondimento. Quello più leggero può lasciare delusi, ma appena si decide di dedicare qualche secondo in più di riflessione a quanto si legge, beh, si apre un mondo.

L’idea che l’arte e la creatività non solo siano parte del quotidiano di tutti, ma che possano diventare fonti di gratificazione è quella che pervade tutto il libro, facendo da filo conduttore dei diversi capitoli che lo compongono.

Una lettura consigliatissima, anche se non leggera.

Seth Godin – La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana

Qualunque lavoro intellettuale è un lavoro creativo. E per padroneggiare la creatività da professionisti c’è una sola via: metterla costantemente in pratica. Il cuore della pratica è la fiducia: fiducia in se stessi, nel proprio pubblico e nel proprio lavoro. Il blocco creativo è un mito, la costanza conta più dell’ispirazione folgorante e il timore di non essere all’altezza è solo sintomo di umanità e del fatto che state facendo qualcosa a cui tenete davvero. Con La pratica Seth Godin offre a imprenditori, comunicatori, artisti e creativi (insomma, a chiunque voglia portare un suo contributo personale nel mondo) una guida per vincere i blocchi che ci impediscono di far sentire la nostra voce e condividere le nostre idee. E ci lancia un appello accorato a non perdere la fiducia e l’entusiasmo nella scelta quotidiana di esercitare la creatività. Perché se il lavoro creativo non offre garanzie riguardo al risultato, non significa che non valga la pena di svolgerlo. In fondo è proprio questo che lo rende così stimolante.

Dal risvolto di copertina

Nota a margine mia: tanto apprezzo i libri di Godin, quanto poco riesco a legarmi ai contenuti della sua newsletter e del suo blog, che trovo a volte sfilacciati e quasi scritti per dovere, più che per trasmettere contenuto reale.

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