IA e produttività: le stime ottimistiche di Goldman Sachs e McKinsey si scontrano con la realtà

Secondo l’economista del MIT Daron Acemoglu (qui l’articolo originale) l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produttività totale dei fattori nei prossimi dieci anni sarà molto più modesto rispetto alle previsioni ottimistiche di grandi istituti come Goldman Sachs e McKinsey.

Nel suo articolo, Acemoglu stima un aumento di appena lo 0,66%, pari a circa lo 0,06% annuo, ben lontano dalle previsioni di Goldman Sachs e McKinsey.

Acemoglu stima che l’IA potrebbe aumentare la produttività totale dei fattori solo dello 0,66% nei prossimi dieci anni, cioè dello 0,06% all’anno in media. Una stima che in realtà è fin troppo ottimistica e potrebbe essere realisticamente più vicina a uno 0,53%. Anche aggiungendo al calcolo l’aumento degli investimenti connessi all’AI, l’aumento della crescita del PIL potrebbe arrivare all’1, forse l’1,5%, dice Acemoglu, cifre che sono “molto più piccole di quelle fornite da Goldman Sachs e McKinsey”.

Acemoglu sottolinea che per ottenere numeri più grandi, come quelli previsti da Goldman Sachs e McKinsey, sarebbe necessario aumentare gli incrementi di produttività a livello micro o ipotizzare che l’AI avrà un impatto significativo su un numero molto maggiore di attività economiche. Tuttavia, egli ritiene che “nessuno dei due scenari sembra plausibile”, stando agli studi effettuati. Ad esempio – osserva – è impensabile stimare risparmi sul costo del lavoro superiori al 27% perché non sono in linea con gli effetti osservati di altre tecnologie emergenti, come i robot industriali che “hanno trasformato alcuni settori manifatturieri e sembrano aver ridotto il costo del lavoro di circa il 30%”. Inoltre – aggiunge – è improbabile che pensare che l’AI possa automatizzare più del 4,6% delle attività, “perché l’IA non è neanche lontanamente in grado di svolgere la maggior parte delle attività manuali o sociali” e perché le aziende che stanno investendo in maniera significativa sull’AI sono ancora una minoranza.”

Adesso torna. Quelle di Acemoglu sono stime realistiche basate su dati oggettivi e concreti; ottimo anche che si inizi a evidenziare come le previsioni delle Big four sembrino pilotate più da convenienza economica che non da dati oggettivi.

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