Se se ne parla troppo, occhio alla bolla

Sto lavorando sulla prossima presentazione dei trend digitali, e mi sono trovata a riflettere sui dati della fine 2022.

  • Clubhouse fuori dai giochi.
  • Il metaverso in grande ridimensionamento.
  • Il tema della sostenibilità come argomento di marketing ha sempre meno peso sul cliente finale (fermo restando la sua importanza in una logica ambientale complessiva).

Quando arriva l’ennesima moda “disruptive” non è sempre sintomo di cinismo o di boomerismo l’aspettare coi piedi ben piantati per terra; a volte si tratta più di un sano intuito, del riconoscere schemi consolidati (troppo hype = bolla) e del non sentirsi in obbligo di correre sulla nuova strada tanto per.

Che poi qualcuno debba farlo per proprio ruolo ci sta, ma per chi può permettersi di riflettere e decidere con attenzione dove impiegare le proprie risorse (siano queste tempo, soldi, attenzione o altro), il senso critico aiuta sempre.

E mentre ci pensavo su mi è arrivata la mail odierna di Seth Godin, che proprio di questo parla.

If the thing of the moment is the answer to every single question, you might be in a bubble. If, regardless of the problem, the answer is crypto, homeopathy, or the internet, or perhaps GPT, essential oils or decarbonization, it’s possible we’re taking an easy way out. A new technology or approach could be the answer to a bunch of questions, but not all of them. … Everything is going to change, it always does, but nuance matters. Nuance requires patience, insight and awareness of the details. Sometimes it’s easier to just be in a bubble. [Seth Godin]

Seth Godin

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